Parte il progetto “Aiutiamoli a Casa… San Francesco” che prevede la realizzazione di 8 alloggi turistici, tra stanze e miniappartamenti, all’interno di Casa San Francesco

Accoglienza turistica dentro il circuito dei viaggi etico-solidali e responsabili. È quello che presto offrirà Cotti in Fragranza, impresa sociale della cooperativa Rigenerazioni, nata con il suo biscottificio dentro il carcere minorile Malaspina e poi fuori con gli altri prodotti e il suo Al Fresco giardino e bistrot dentro Casa San Francesco, edificio storico del 1600 che fu l’infermeria dei padri francescani. Grazie, infatti, al supporto della Fondazione San Zeno, partner storico che ha sostenuto la start up dentro l’Ipm, è partito il nuovo progetto “Aiutiamoli a Casa… San Francesco” che prevede la realizzazione di 8 alloggi turistici, tra stanze e miniappartamenti, all’interno di Casa San Francesco. A lavorarci saranno alcune persone migranti, donne e uomini a rischio di fuoriuscita dai sistemi di tutela.

Il progetto, in questa prima fase, ha già iniziato la formazione degli operatori nel settore turistico-alberghiero, per la gestione degli spazi ristrutturati, negli ambiti dell’assistenza ai clienti, gestione della struttura, pulizia e ristorazione. I percorsi professionalizzanti sono già stati avviati in collaborazione con l’associazione il Pellegrino della Terra e lo Sprar del Cresm (Centro Ricerche Economiche e Sociali per il Meridione). A conclusione del primo orientamento professionale che ha contribuito a far emergere competenze tecniche e trasversali con la partecipazione di 9 giovani migranti, sono stati attivati 3 dei 4 percorsi di formazione al lavoro. Tra i partner di progetto è stata coinvolta anche Clean Sicily, realtà fondata da Giorgia Puleo grazie al supporto iniziale del centro antiviolenza Le Onde.

“Il progetto prevede due attività principali – spiega Nadia Lodato, una delle socie fondatrici di Cotti in Fragranza insieme a Lucia Lauro -. La prima è l’adeguamento strutturale a Casa San Francesco di alcuni spazi, affidata a uno studio di giovani architette, da cui si ricaveranno 8 alloggi che saranno stanze e miniappartamenti. La seconda è quella dedicata ai corsi di formazione per la gestione degli spazi di accoglienza turistica. L’obiettivo principale è sempre l’inclusione sociale, in questo caso, di persone migranti che hanno una situazione di maggiore fragilità sociale perché sono uscite dal circuito di accoglienza che le tutelava. In parte abbiamo già attivato quattro percorsi formativi. Allo scopo abbiamo previsto due momenti formativi e di orientamento finalizzati a valorizzare le diverse abilità personali dedicati a 5 donne e 5 uomini. Un’attenzione specifica è stata data pure alle loro dinamiche relazionali ed interpersonali. Per il momento abbiamo scelto due donne e due uomini che potranno avviare con noi l’attività formativa/lavorativa nel settore del cleaning”.

L’obiettivo finale, naturalmente sarà l’apertura ufficiale dello spazio di accoglienza e ospitalità turistica che, se tutte le fasi burocratiche legate al vincolo storico artistico dell’immobile da parte della sovrintendenza ai beni culturali si svilupperanno in tempi rapidi, si presume dovrebbe avvenire nella prossima primavera. “Non appena apriremo gli spazi le persone che ospiteremo avranno modo di conoscere la storia del biscottificio, del bistrot e dell’adiacente polo accoglienza per senza dimora a cui forniamo i pasti. Oltre ad essere nel circuito arabo-normanno, chiaramente, la nostra è una realtà inserita in un circuito di turismo etico- solidale e responsabile in cui i nostri viaggiatori/turisti ritorneranno più ricchi di prima. In totale gli spazi utilizzabili dentro Casa San Francesco possono arrivare a circa 18 alloggi. Oltre al lavoro con la fondazione San Zeno per i primi 8, ne avremo finanziati in seguito altri quattro con la Fondazione con il Sud per il progetto carceri e poi anche altri con la Fondazione Prosolidar. Tutto questo ci entusiasma molto nella consapevolezza di essere ormai una grande unica famiglia dove tutti cresciamo nel confronto reciproco per portare avanti l’avventura di Cotti in Fragranza”.

Cotti in Fragranza, nella sua mission, nel quadro di un circuito virtuoso di inclusione sociale sviluppato in chiave partecipativa, ha assunto nel tempo, per lo svolgimento delle sue diverse attività, alcuni detenuti del carcere minorile, ex detenuti, persone migranti e persone in stato di fragilità sociale. Tra i collaboratori a livello formativo ci sono anche alcune persone con disabilità da infortunio nel lavoro seguite dall’Inail.

 

Riproduzione riservata – articolo di Serena Termini per il Redattore Sociale

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